
Essere vicini significa anche saper ascoltare
La violenza contro le donne non sempre si vede.
A volte è fatta di parole che feriscono, di libertà negate, di paure quotidiane. Altre volte è nascosta dietro un’apparente normalità.
È una realtà che molte donne vivono, ma che riguarda tutti.
Perché ogni gesto, ogni parola, ogni atteggiamento può ferire o proteggere, può spegnere o far fiorire la fiducia di chi ci sta accanto.
E riconoscerlo è il primo passo verso il cambiamento.

Conoscere per comprendere
La violenza non ha un solo volto: può essere fisica, psicologica, economica, sessuale o digitale. Non sempre si mostra apertamente, ma lascia segni profondi, che durano nel tempo. Riconoscerla è il primo passo per fermarla: scegliendo di non farle spazio, di non voltarsi dall’altra parte e di farsi voce, insieme, di un rispetto che non conosce genere.
Un invito alla consapevolezza
Fondazione Pangea lavora da oltre vent’anni per restituire autonomia, sicurezza e dignità alle donne vittime di violenza, in Italia e nel mondo.
Attraverso una rete di centri antiviolenza, percorsi di ascolto e sostegno, aiuta ogni donna a ritrovare la propria forza e a ricominciare.
In collaborazione con Fondazione Pangea, abbiamo realizzato una piccola guida che offre strumenti per comprendere meglio la violenza di genere e riflettere sul ruolo che ognuno può avere nel contrastarla.
Ti invitiamo a consultare il documento “Il prezzo da pagare”, un piccolo gesto per informarsi, riconoscere, comprendere.
Perché la conoscenza non è solo sapere, è anche imparare a guardare con più attenzione e rispetto.

Guardare con attenzione, ogni giorno
La violenza si può prevenire anche attraverso la consapevolezza dei comportamenti di ogni giorno: nelle parole che scegliamo, nei gesti, nei silenzi e nella capacità di mettersi in ascolto.
Essere presenti significa imparare a prendersi cura degli altri, a capire prima di giudicare, a esserci davvero — per tutti e per tutte.





















